Reato prescritto e l’abusante non va in prigione
La presidente del collegio giudicante presso la Corte d’Appello di Torino, dott.ssa Paola Dezani, nell’emettere la sentenza di proscioglimento a favore di un pedofilo che aveva ripetutamente violentato una bambina, ha chiesto scusa perchè fra il primo e il secondo grado era passato tanto di quel che tempo che il reato si è prescritto.
All’epoca dei fatti la bambina aveva sette anni, oggi ne ha ventisette, ci sono voluti vent’anni per una sentenza di secondo grado, un tempo infinito per un processo inutile, che ha vanificato lo scopo per il quale era stato iniziato.
La condanna in primo grado, celebrato presso il Tribunale di Alessandria, era stata fissata a dodici anni di carcere, ma è una pena che nessuno sconterà, perchè ci sono voluti ben nove anni di attesa per fissare la prima udienza in secondo grado.
Lo stesso presidente della Corte d’Appello di Torino, dott. Arturo Soprano, ha ammesso senza mezzi termini che si è trattato di un errore che condanna per la seconda volta la vittima.
Già il primo grado era durato un tempo infinito, ben dieci anni, ma dopo la sentenza il procedimento è rimasto come sospeso in un limbo, per nove anni, dopo i quali il reato si è prescritto.
Il Ministro per la Giustizia, Andrea Orlando, ha deciso di mandare gli ispettori per svolgere accertamenti preliminari in merito al processo dai tempi biblici.
Questa la notizia è stata data da tutti i giornali, dopo la quale però non sono seguite le dovute rilfessioni.
Quello che è successo infatti dovrebbe far riflettere sulla mancanza di norme, sia sostanziali che processuali, che tutelino davvero le vittime di reati contro la persona e in particolare modo gli abusi sessuali su fanciulli.
In Svizzera, già dal 2008, l’abuso sessuale di un bambino sotto i dieci anni è un reato inprescrittibile e in tanti paesi europei sono previsti percorsi privilegiati, per questi tipi di procedimenti, che assicurano maggiore celerità.
L’augurio è che il Ministro Orlando, oltre che mandare ispettori, assuma iniziative legistlative per adeguare la normativa italiana, perchè un elemento strutturale della giustizia, specialmente quando le vittime sono i bambini, è proprio il tempo.